Saturday, November 12, 2005

CORRIERE: Battaglie mediatiche

È stata l'ultima mossa di questo singolare showman, un pò Milanese, un pò Romano, ma sempre comico. Se almeno avesse dato un certo senso alla sua carriera, non sarebbe finito così, uscendo in una maniera abbastanza deprimente. Difatti, Bonolis si pot va risparmiare critiche acide, troppo acide verso una persona rispettata come Rognoni e permettersi di chiamarlo "er penombra".

Si tratta, basicamente, di non far diventare le faccende personali. Se ci pensi due volte, è piuttosto facile. Prendete Ezio Greggio e gli amici di Striscia la Notizia. Sono anni che criticano tutti, ma propio tutti, con un' eleganza che, purtroppo, né Paolo Bonolis ne io stesso abbiamo, e mi confesso rabbiosamente, ma anche sanamente invidioso.

Comunque, il fatto più sorprendente dell' affaire Bonolis è stata la salomonica intervenzione del Cavaliere. Se non fosse Presidente del Consiglio, sarei anche d'accordo. Si occupa dell' azienda, e tutti contenti. Ma il problema è che Berlusconi si debe occupare più dell Italia che di Mediaset. Ok, la ditta è sua, ma restiamo seri.

Resta quindi solo Celentano per ricordare a Berlusconi che debe pensare a governare, e non tanto a evitare che la testata sportiva faccia fuori un showman senza troppo umorismo. Per quello, ci sono i carabinieri. A pensarci due volte, fa un paura, sto Celentano...

Fra il Cavaliere e il recentemente rieletto sindaco di New York, Michael Bloomberg, ci sono similitudini. Soldi, politica e partiti di destra. Fino a lì, tutto ok, ma Blomberg, senza rinunciare alla propia fortuna, ha saputo delegare i suoi affari in gente a lui vicina. Berlusconi sembra però ancora indispensabile per mettere Mediaset a posto. Spero tanto che la struttura dell'azienda non lo transformi in un elemento insostituibile. E altrettanto che Berlusconi si allontani da Mediaset. Permettersi addirittura un pò di autocritica, che dà sempre forza se fatta onestamente.

MIGUEL VINUESA.

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