Breve ma profonda notizia, quella provveduta dal Corriere giovedì scorso, nella cronaca della giornata mondiale contro l'AIDS. I riconoscimenti fatti dall' ambasciatrice di uno dei paesi più stravolti dal sindrome, però, sono stati omessi praticamente in ogni notiziario mondiale. Una disgrazia se veniamo a pensare che l'opinione pubblica ritiene la Chiesa come un ostacolo, invece di un aiuto, verso la superazione di questo flagello.
Le occasioni per la Chiesa di attirare l'attenzione dei media è piuttosto scarsa, ma lo sarà se il Vaticano non si prende sul serio il creare un vero è propio press cabinet che gestica le informazioni che vuol fare arrivare alla società. Più è informata e meno critiche infondate riceverà. Mera questione di logica.
Ma quello che si deve sottolineare della posizione della Chiesa, non è questo deficit comunicativo, che si solventerà prima o poi, bensì che in un' epoca di correttezza, e di posizioni moderate, il Sommo Pontefice mantiene la linea rispetto a Giovanni Paolo II. Con l'Aids niente preservativo, solo astinenza. Dalle mura vaticane si è difeso e si difenderà sempre che il sesso senza amore crea un vuoto egoista dentro di noi, una posizione che non deve certo allarmare i non credenti. In fondo, la Chiesa non è un ente politico, bensì un entità che gestisce la religione Cristiana Cattolica...
È straordinario, però, quanto sono impegnati i suoi nemici nel convertire, manipolare, gli argomenti della Chiesa come "universali". Mettiamo le cose chiare qua: se il Papa dice castità, noi cristiani dobbiamo obbedire, ma i non credenti si facciano pure una nuova Sodoma! Per noi cattolici la castità è Santa Castità, perchè lo dice Benedetto XVI. Punto.
Agli altri la castità deve supporre un altro metodo per non contagiare l'AIDS. Le vittime della malattia, sapendo che lo portano, dovrebbero essere le prime a promuoverlo.
Saturday, December 03, 2005
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment